3. Gli artisti

Il progetto ha provato a rendere gli studenti più consapevoli delle loro possibilità partendo da quello che è il ruolo dell’artista e della produzione creativa. Attraverso delle pillole di estetica si è cercato di trasmettere il fatto che l’arte è innanzi tutto comunicazione. “Realizzare un’opera di arte urbana significa trovare un sistema per arrivare al cuore dei cittadini” afferma Federico Soffiato, scultore e insegnante.
Per dei ragazzi all’indomani della pandemia, dopo gli anni dell’isolamento, avere la possibilità di lavorare assieme per fare un progetto seguendo le tracce di persone che hanno una storia nel panorama artistico patavino è stata un’occasione unica.
In classe la sfida del progetto è stata fare interagire i ragazzi e vedere se effettivamente nel processo di cooperazione veniva favorito l’apprendimento e stimolata la creatività.

L’arte urbana è stata il fondamento sul quale pensare e costruire opere e interventi realizzati all’interno del tessuto cittadino. “La direzione emersa nel progetto è stata quella di lavorare più sulla poetica e sul senso critico piuttosto che adeguarsi a quello che potrebbe essere la ricerca di approvazione dell’utente finale.
Le studentesse e gli studenti del Liceo Artistico selvatico hanno sfornato molte bellissime idee. Alcuni di loro mancano di riferimenti perché sono focalizzati sulla moda del momento” racconta Made514, street artist.
La piattaforma però ha portato i ragazzi a lavorare insieme accendendo la creatività, la progettualità. Il dubbio diventava così un punto di forza, attivava la discussione e l’interazione fondamentalmente per ogni processo creativo.