9. Le opere ideate - parte 2

Mindbody: si prevede l’utilizzo di marmo bianco per la figura maschile (yang) e marmo nero per quella femminile (ying), con le teste delle sculture scambiate per evocare il concetto di Ying e Yang. Al centro, un tessuto di raso grigio con fori permette un contatto tattile tra le due figure, disposte in posizione fetale. I materiali impiegati includono marmo di Carrara, noto per la sua qualità, e marmo nero di Marquinia, apprezzato per la sua bellezza. La scelta del Parco Fistomba come location è motivata dalla presenza del consultorio UCIPEM e dall’ambiente verde circostante. L’opera mira a stimolare una riflessione profonda sul dualismo e sull’interconnessione tra le emozioni umane, utilizzando elementi tattili e visivi per coinvolgere i visitatori in un’esperienza sensoriale unica.

Stagno: si intende rivendicare la predominanza della natura sull’artificiale, mostrando come la natura possa emergere da ciò che la reprime. L’opera, che può apparire esteticamente poco attraente con elementi di discarica, mira a catturare l’attenzione negativa dei passanti, spingendoli a esplorare il suo interno e scoprire la bellezza naturale. La struttura metallica, alta 4 metri e larga 8, è progettata per non ostacolare la crescita delle piante e sarà realizzata con tubi ad incastro smontabili. Un lago scavato a forma naturale ospiterà ninfee e pesciolini, mentre pannelli solari forniranno energia agli schermi interattivi che mostreranno informazioni sui luoghi visitati. Collocata nel Parco Fistomba, un’area vivace, l’opera vuole trasformare un luogo di passaggio in un’esperienza di connessione con la natura e riflessione sull’impatto dell’artificiale.

Dipendenza emotiva: si prevede la realizzazione di un’installazione nel cortile della scuola per sensibilizzare sul tema della dipendenza emotiva. L’opera consiste in due figure abbracciate di dimensioni diverse: una alta 4 metri in metallo con effetto ruggine e un buco nel petto, simbolo di crudeltà e mancanza di sentimenti; l’altra di 3 metri in vetro rotto, più debole e sostenuta dalla prima, con una benda sugli occhi a rappresentare l’incapacità di vedere la situazione. L’intento è di parlare di ciò che spesso non viene detto, spronando le persone coinvolte a esprimere ciò che stanno vivendo. Per realizzare il progetto, si prevede la collaborazione con l’associazione ALPHA che si occupa di aiutare le persone in relazioni tossiche. La scelta dei materiali – metallo e vetro – vuole enfatizzare il contrasto tra forza e debolezza, crudeltà e fragilità, rispecchiando la dinamica della dipendenza emotiva.